LAVORO, IL DESERTO SICILIANO.

Non passa giorno che non vengano divulgati nuovi dati sulla crisi del lavoro e dell’economia.

I numeri che riguardano la Sicilia indicano una sorta di desertificazione delle attività imprenditoriali, sfavorite dalla strutturale debolezza del tessuto delle imprese isolane, dalla fallimentare e privatistica gestione dell’autonomia regionale e dall’arcaica ed oppressiva presenza – ancora nel 2012 – della cultura mafiosa.

Riassumendo cifre e percentuali lette negli ultimi giorni – e volendo evitare analisi tecniche che non mi competono   – la linea d’ombra del lavoro nell’isola può essere riassunta da alcuni dati: 601 imprese fallite nel primo semestre del 2011 ( 199 nel palermitano, secondo dati Confindustria ), un aumento del 145 per cento degli ammortizzatori sociali nei primi mesi del 2012 ( ancora secondo fonti di Confindustria ), 42,6 per cento delle donne siciliane disoccupate e 38 per cento di giovani d’età compresa fra i 15 ed i 34 anni che non lavora e non studia ( dati Istat e Banca d’Italia ).

Ignorare l’attuale desertificazione delle attività lavorative nell’isola significa non considerare la prospettiva di una conseguente desertificazione sociale della Sicilia; un rischio – quest’ultimo – che non può offrire ormai neppure la via di fuga dell’emigrazione, visto il carattere internazionale della crisi.

Se questa desertificazione avrà luogo, l’isola potrebbe perdere anche ogni capacità di difendere le sue risorse umane e culturali, prosciugando la vitalità di ogni sua funzione sociale.

In quest’ottica, fa riflettere anche il dato diffuso in queste ore dall’Autorità per l’Infanzia, Save the Children, Istat e Telefono Azzurro, secondo cui in Sicilia il 44,2 per cento dei minori vive in contesti familiari segnati dalla povertà.

la foto, un omaggio alle capacità ed ai sacrifici dei siciliani del passato ed una speranza per quei tanti siciliani di oggi che – con analoghe capacità e sacrifici –credono ancora che il loro futuro non debba perdersi nel deserto dell’inoccupazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *